di Cristoforo Barbato
SecretumOmega Website
In seguito alla mia opera di divulgazione, iniziata nel 2005, sul
coinvolgimento del Vaticano nella questione UFO-Alieni, grazie alle
sconcertanti informazioni rivelatemi nel 2000-2001 da un gesuita
operante in seno al SIV, Servizio Informazioni del Vaticano, alcuni
ufologi e non hanno espresso sbrigativi e sommari giudizi
strettamente personali sull’intera vicenda denotando una chiara vena
polemica fine a se stessa.
Una cosa quest’ultima che soprattutto tra
gli addetti ai lavori emerge oggi più che mai nel panorama ufologico
nazionale è che francamente denota una mancanza di conoscenza di
base in materia ed una sterilità di fondo nell’ambito della seria
ricerca investigativa. Tuttavia, va precisato che non tutti erano in
grado di comprendere appieno certe informazioni non essendo
giustamente addentro ad un certo tipo di discorsi e non comprendendo
realmente i sottili meccanismi legati al mondo dell’intelligence,
soprattutto in tema di UFO/Alieni.
In effetti posso testimoniare che
a parte qualche ufologo tra cui Roberto Pinotti che era già a
conoscenza del SIV numerosi sono stati anche gli addetti ai lavori
che hanno manifestato delle riserve parallelamente al notevole
interesse su tutta la vicenda. Inoltre, “singolare coincidenza”, in
occasione di alcune manifestazioni a cui ho partecipato sono stato
in maniera riservata avvicinato fisicamente (o in seguito per posta
elettronica) da personaggi (dalle comprovate credenziali) legati ad
ambienti di tipo massonico ed ex esponenti dell’intelligence
militare italiano che mi hanno apertamente confermato l’esistenza
del SIV.
“Qualcuno”, com’era prevedibile, ha tentato contattandomi
via mail anche di avvicinarsi subdolamente ed in maniera
dilettantesca in qualità di insider dei servizi segreti italiani
evidentemente per divertirsi o magari su suggerimento di terzi,
magari chissà a sua volta anche lui ufologo.
Il tutto ovviamente è
stato debitamente smascherato in quanto non essendo un novizio in
campo ufologico “qualcuno” credeva di avere trovato lo sprovveduto
ingenuo di turno che va dietro a qualsiasi cosa. Comunque sia,
aldilà delle personali opinioni che ognuno può liberamente fare, la
veridicità di certe realtà o fatti andrebbero basate attraverso un
serio lavoro di ricerca investigativa è non sulle mere opinioni.
Un
esempio lampante su cui viene manifestato un certo scetticismo è
l’effettiva esistenza del Servizio Informazioni del Vaticano e della
possibile collaborazione in materia di UFO tra l’intelligence USA e
lo Stato Vaticano.
La nascita del servizio segreto della Santa Sede
Dopo capillari ricerche, bibliografiche e non, ho trovato
un’importante conferma in un testo di storia moderna che ai più dirà
forse poco. Il testo in questione risale addirittura ai primi anni
’90 precisamente nel 1991 all’estero e nel 1993 nella versione
edita
in Italia dalla Newton Compton Editori. Il volume in questione, oggi
una rarità in quanto è praticamente introvabile, s’intitola:
RATLINES - Gli archivi dei servizi segreti americani svelano
l’esistenza di una rete clandestina nel Vaticano per permettere la
fuga dei criminali di guerra nazisti, destinati a diventare agenti
segreti dei paesi occidentali.
Gli autori sono Mark Aarons &
John
Loftus, il primo un giornalista, il secondo invece è stato
procuratore presso il Ministero della Giustizia americano ed ha
avuto accesso a documenti riservati; dai file classificati della CIA
alle informazioni “top secret” sul nucleare fino ai file segreti
della NATO con accesso COSMIC.
Ebbene in questo volume proprio nel
primo capitolo ad un certo punto si parla delle attività svolte
durante e negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale
dall’allora monsignor Giovanni Battista Montini e vi si legge che:
“Come Pio XII, Montini proveniva da una benestante famiglia
cattolica in buoni rapporti con potenti figure all’interno del
Vaticano. Anch’egli aveva condotto una brillante carriera
nell’ambito della Segreteria di Stato e aveva instaurato stretti
rapporti con leader politici italiani cattolici.
I servizi segreti statunitensi descrivevano Montini come una delle
“persone più autorevoli all’interno del Vaticano”, che “per molti
anni è stato una personalità importante all’interno della Segretaria
di Stato vaticana”…..Montini e l’altro Segretario di Stato,
monsignor Tardini, erano di certo tra le “personalità più influenti
del Vaticano”.
Entrambi erano costantemente e quotidianamente in
contatto personale con Pio XII, ma soprattutto Montini godeva di un
particolare rapporto confidenziale e presentava “una certa affinità
di temperamento” col pontefice. Il loro intimo rapporto personale si
estendeva a faccende di alta politica. In pratica, Montini era
l’assistente personale di Pio XII; quest’ultimo gli affidava
“compiti particolarmente delicati e difficili da realizzare”.
Monsignor
Giovanni Battista Montini e Pio XII
Durante la guerra, il Papa chiese a
Montini di organizzare il Servizio Informazioni del Vaticano, il cui compito apparente era
quello di rintracciare persone scomparse, profughi e prigionieri di
guerra. Ma i servizi segreti statunitensi sospettavano che il suo
ruolo andasse ben oltre gli scopi umanitari…… Inoltre, essendo uno
dei migliori diplomatici della Santa Sede, Montini controllava la
politica estera “con riferimento alla politica italiana”….. tutti
questi compiti delicati portarono Montini al centro delle attività
clandestine del Papa”
(Montini nel 1945 è a capo della II Divisione
del segretariato di Stato del Vaticano, da cui dipende l’Ufficio
Rifugiati. È questo l’ufficio che, insieme ai servizi segreti
americani, porta a termine in quel periodo l’”operazione conventi”
che evacuerà i criminali di guerra nazisti oltre atlantico
travestiti da preti e con passaporto falso. Ndr).
Sempre in merito
al Servizio Informazioni del Vaticano alla sua genesi la cui
supervisione fu concessa a Montini da Pio XII si apprende che
l’esercito americano aveva tenuto d’occhio le attività sospette di
questa agenzia a scopi umanitari fin dal marzo del 1944, notando che
era stata,
“organizzata per occuparsi di messaggi assistenziali
radiofonici rivolti ai prigionieri di guerra in Nord Africa o
provenienti da loro”.
A tale proposito più avanti si afferma che:
“Nella lotta all’ultimo sangue sostenuta dalla Chiesa contro il
comunismo, il Papa optò per lo spionaggio e tutto ciò che esso
comportava. Prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, il
gruppo di diplomatici che stava attorno al Papa aveva reclutato gli
agenti necessari per la successiva battaglia contro il comunismo che
doveva essere quella definitiva.
(Il Vaticano aveva già registrato
tentativi d’infiltramento al suo interno di spie sovietiche sul
finire della guerra, una minaccia che si sarebbe poi intensificata
nel corso della Guerra Fredda è che fu seriamente contrastata a sua
volta dall’intelligence USA. Particolare che emerge anche
dall’intervista al gesuita. v. art. Secretum Omega. ndr.).
È
possibile far risalire la genesi di queste attività alla richiesta
che il Papa fece a Montini di organizzare il Servizio Informazioni
del Vaticano. L’esercito americano aveva tenuto d’occhio (attraverso
l’OSS e il CIC ndr) le attività sospette di questa agenzia a scopi
umanitari fin dal marzo del 1944, notando che era stata,
“organizzata
per occuparsi di messaggi assistenziali radiofonici rivolti ai
prigionieri di guerra in Nord Africa o provenienti da loro”.
Gli
americani ritenevano che fosse in atto un non meglio identificato
tipo di attività clandestina e diedero ordini affinché, per motivi
di sicurezza, il Servizio Informazioni del Vaticano non si ampliasse.
Tuttavia, stando ai rapporti successivi, il Servizio Informazioni
del Vaticano si ampliò, dopo la guerra, fino a diventare una forza
in campo spionistico.
Per qualche tempo, i servizi segreti americani si interessarono
attivamente alle reazioni del Vaticano alla “minaccia rossa”.
Infatti, a quanto si diceva, alcuni “alti ufficiali dei servizi
segreti alleati” erano, da prima del crollo del nazismo, in “stretti
rapporti con alti dignitari vaticani”.
Nell’ottobre del 1945, gli
americani notarono,
“la preponderante influenza presso la curia
esercitata dai padri gesuiti, che presentano sempre progetti
concreti e ragionati”…..
Verso la fine del 1947, i servizi segreti
statunitensi ricevettero dei rapporti incredibili sul coinvolgimento
del Vaticano nelle operazioni clandestine anticomuniste. Jack Neal,
capo della Division of Foreign Activity Correlation del Dipartimento
di Stato, un gruppo spionistico segretissimo collegato al Foreign
Service statunitense, inviò una comunicazione al direttore dell’FBI
J.Edgard Hoover, al capo del servizio segreto della Marina e ai
diplomatici americani presso la Santa Sede:
“…una fonte, considerata
attendibilissima, ha riferito che il Servizio Informazioni del
Vaticano, che ha il suo quartier generale nella Città del Vaticano,
costituirebbe il servizio spionistico della Santa Sede…”.
L’Asse Montini-Angleton
Ulteriori rivelazioni sulla figura chiave di Montini emergono
durante lo sviluppo dei capitoli successivi ed in particolare quando
viene affrontata l’attività svolta dai servizi segreti americani nei
confronti del vaticano. In effetti, si apprende che Montini venne
ingaggiato tra l’altro quale fonte di informazioni segrete per il
capo del controspionaggio americano James Jesus Angleton.
James Jesus Angleton
Un legame
quest’ultimo tra i due che avrebbe poi agevolato la carriera di
Angleton all’interno della CIA quando Montini divenne Papa
Paolo VI.
Papa Paolo VI
Angleton (figlio di un colonnello dell’OSS James Hugh Angleton
grazie al quale nell’agosto del 1943 entrò a far parte anch’egli
dell’Ufficio Servizi Strategici OSS. James Hugh Angleton, oltre ad
aver diretto la filiale italiana della National Cash Register guidò
anche la Camera di commercio americana in Italia, ed ebbe estesi
contatti con i servizi segreti di Mussolini. Inoltre da alcuni
documenti emergerebbe che egli fu anche socio d’affari di Allen
Dulles futuro direttore della CIA) trascorse i primi anni della
guerra a Londra ma in seguito alla resa dei tedeschi in Italia,
predisposta da Dulles e dal Vaticano, fu assegnato a Roma con la
nomina a tenente dell’OSS incaricato di gestire le attività di
controspionaggio.
Dopo circa un anno venne incaricato di gestire
l’Unità Speciale di Controspionaggio dell’OSS SCI-Z meglio nota come
Unità Z formata da agenti inglesi e americani, fu anche membro della
sezione X-2 ed era l’unico ad avere l’autorizzazione d’accesso alle
segretissime informazioni inglesi del sistema di decrittazione
ULTRA.
La X-2, nota ufficialmente come SSU
Strategic Services Unit,
è stata definita da alcuni storici ed ex-agenti dell’OSS quali Peter
Tompkins:
“la più indipendente, la branca più pericolosa, quella che
si occupava del controspionaggio”.
In seguito allo scioglimento
dell’OSS nel 1945 per volere del presidente Truman ed al suo
ridisegnamento come SSU (Unità Servizi Strategici) Angleton rimase a
Roma divenendo in poco tempo l’ufficiale di grado più alto
dell’intelligence USA in Italia.
Angleton comandava tutte le
attività segrete, spionaggio e controspionaggio, in Italia per l’SSU,
da poco appunto succeduto all’OSS che in realtà sarebbe divenuto
subito dopo CIG Central Intelligence Group precursore della
CIA
costituitasi poi nel 1947. In virtù dell’esperienza maturata durante
la guerra in attività di controspionaggio rientrato in patria
nell’estate del ‘47 contribuì alla nascita del Mossad, il servizio
segreto israeliano, e nel dicembre dello stesso anno fu assunto
dalla CIA quale assistente del Direttore dell’OSO Ufficio Operazioni
Speciali.
Nel 1949 Angleton avanzò di livello all’interno dell’OSO e
divenne assistente speciale del capo della CIA l’ammiraglio
Roscoe
Hillenkoetter (direttore dal 1947 al 1950 e noto tra l’altro per
essere stato membro del famigerato gruppo segreto
Majestic-12);
quello stesso anno i vertici dell’intelligence militare decisero di
classificare il fenomeno degli allora “dischi volanti” con il
livello di “massimo segretezza”.
Nel febbraio del 1953 Dulles
divenne il nuovo Direttore della CIA, Angleton (amico di Dulles dai
tempi della guerra) ottenne una serie di “vantaggi”; fu così che
verso la fine del 1954 promosse James alla carica di Vicedirettore e
Capo del Controspionaggio. Angleton aveva accesso diretto alle
informazioni di Dulles e a tutte quelle estere, relative agli UFO,
provenienti dall’IAC Comitato Consultivo d’Intelligence creato per
occuparsi delle implicazioni comportate dagli UFO alla sicurezza
nazionale. Egli mantenne tale incarico fino al 1974 quando coinvolto
dallo scandalo Watergate fu costretto a dimettersi dall’allora
direttore William Colby.
Una conferma effettiva dell’operato clandestino condotto durante e
dopo l’ultimo conflitto mondiale dall’intelligence americano in
Italia ed in particolare da James Jesus Angleton giunge da una serie
di documenti segreti declassificati in USA negli anni ’90. Nel
gennaio del 1994 in un’area nei pressi di Washington D.C. venne
inaugurata una sede dei National Archives al cui interno erano
custoditi filmati coperti fino ad allora dal segreto di stato,
documenti militari delle due guerre mondiali, numerosi microfilm che
testimoniano il lavoro d’intelligence svolto dopo i conflitti e la
più grande documentazione sullo scandalo Watergate e l’assassinio di
John Kennedy.
A tale proposito nel febbraio del 2003 alcuni
quotidiani italiani pubblicarono alcuni articoli in merito proprio
ad incartamenti venuti alla luce ed inerenti segreti italiani legati
al conflitto ed all’attività occulta esercitata nel dopoguerra
dall’intelligence USA in Italia che hanno fatto discutere.
Un paio
di questi articoli sono stati pubblicati dal quotidiano “La
Repubblica” il 9 febbraio e sono:
-
“Ricerca in archivi USA: La Decima
MAS” di Antonio Monda
-
“Quando gli Usa arruolavano la Decima Mas”
un pezzo inchiesta inerente le carte dei servizi segreti sul 1945 a
firma dei giornalisti Attilio Bolzoni e Tano Gullo
Quest’ultimo
riporta che:
“Dagli archivi dell'intelligence Usa esce un altro
pezzo di storia italiana del dopoguerra, gli accadimenti di un Paese
che in quegli anni - svelano gli atti desecretati dalla Cia - è il
più grande laboratorio di manipolazione politica clandestina.
Ossessionati dal pericolo bolscevico, turbati dall’apparato e dalla
forza del Pci, preoccupati dai tatticismi di De Gasperi, rassicurati
dalle diffidenze della Santa Sede verso la Democrazia cristiana
ancora alleata con Togliatti (tra le alte sfere vaticane qualcuno
già accarezzava l’idea di far nascere un secondo e più conservatore
partito cattolico), i servizi segreti Usa avevano costruito nella
Penisola una rete spionistica per condizionare i passi della
nascente Repubblica.
Un esercito di uomini pronti a tutto che, già
nella primavera del 1945, nei fatti è quella Gladio che
“ufficialmente” nascerà qualche anno più tardi. I documenti che
raccontano cosa avvenne sono tutti conservati nel palazzo di
cristallo e cemento degli Archivi Nazionali degli Stati Uniti
d’America, tra i boschi di College Park nel Maryland, a una trentina
di chilometri da Washington.
Erano carte top secret fino a qualche
tempo fa, carte provenienti dagli schedari dell’Oss (Office of
Strategic Services), l’antenato della Central Intelligence Agency.
Al centro di quella “rete” c’è il giovane James Jesus Angleton, capo
del controspionaggio americano a Roma dal ‘44 al ‘47, nome in codice
“Artefice”…..
I collegamenti tra servizi Usa e quelli vaticani ci
sono da sempre e si intensificano nella fase bellica quando Allen
Dulles (uno dei capi dell’Oss in Europa) stringe, in Svizzera nel
1942, rapporti con il frate domenicano belga Felix Morlion. Ma è
dopo la Liberazione che la partita diventa decisiva. In un dossier
dell’Oss senza data ma infilato tra i fascicoli dei,
“rapporti con il
Vaticano” – “La guerra segreta in Italia” - gli 007 di Washington
scrivono che “...poiché i suoi obiettivi spirituali (della chiesa
cattolica ndr) sono mondiali, il Vaticano è il centro più
esaurientemente informato del mondo”.
Sempre in merito ad Angleton
ed al Vaticano nell’altro articolo di A. Monda si legge che:
“James
Angleton, responsabile del controspionaggio nel nostro paese fino al
1955, seguiva con preoccupazione le scelte politiche del centro che
guardava a sinistra di De Gasperi, e si assicurava con lettere a
propria firma che fosse garantita l’immunità alla Decima Mas e al
principe Junio Valerio Borghese. Un rapporto del febbraio del 1946
controlla il lavoro diplomatico svolto da due prelati che
diventeranno pontefici che rispondono al nome di Angelo Roncalli e
Giovanni Battista Montini…..”.
I rapporti tra CIA e Vaticano
Ulteriori conferme sull’effettiva collaborazione dell’intelligence
USA con i servizi segreti della Santa Sede emergono dal testo
pubblicato in Italia nel 1996 dalla Marco Tropea Editore intitolato
“L’eredità messianica - Dai Primi cristiani al Priorato di Sion ai
giorni nostri i rapporti tra fede e potere” e scritto da M. Baigent,
R. Leigh e H.Lincoln.
Nel capitolo 24 al paragrafo intitolato”Mosse
della CIA” viene riportato che:
“L’OSS, o Office of Strategic
Services (Ufficio dei Servizi Strategici), venne creato sul modello
dell’MI6 e del SOE (Special Operations Executive) inglesi, e con il
loro aiuto. Ne fu il primo direttore il generale William (Wild Billy)
Donovan…. A capo dell’OSS, William Donovan intuì subito il potenziale
significato del Vaticano per le operazioni di controspionaggio.
William (Wild
Billy) Donovan
Migliaia di sacerdoti cattolici erano presenti in Europa, in ogni
paese, ogni città, praticamente ogni villaggio. Migliaia di
sacerdoti cattolici fungevano anche da cappellani per le forze
armate di ogni nazione in guerra. Questa rete era già impegnata in
attività di controspionaggio; trasmetteva grandi quantità di
informazioni al servizio segreto del Vaticano stesso. Uno dei
quattro direttori di settore del servizio segreto vaticano era
monsignor Giovanni Montini, che in seguito sarebbe diventato Papa
Paolo VI.
Quindi Donovan intrecciò stretti legami con il Vaticano…. Nel
periodo successivo alla guerra, gli Stati Uniti si affrettarono a
sfruttare l’apparato creato da Donovan, soprattutto in Italia. Nel
1948, nell’imminenza delle elezioni italiane, la CIA appena formata
si imbarcò in una complessa operazione clandestina per precludere
ogni prospettiva di vittoria comunista. Sotto la guida di James
Angleton, ex direttore dell’OSS a Roma, e in seguito direttore del
controspionaggio per la CIA, milioni di dollari vennero fatti
pervenire in segreto alla Democrazia Cristiana, mentre ulteriori
fondi venivano incanalati in giornali e altri strumenti di
propaganda…
Come già detto(gli autori ribadiscono un punto
affrontato un paio di pagine prima), il viaggio di Joseph Retinger
negli Stati Uniti a nome del Movimento Europeo portò, il 29 marzo
1949, alla creazione dell’American Committee on a United Europe, o
ACUE. Ne era presidente William Donovan. Il vicepresidente era l’ex
direttore dell’OSS in Svizzera Allen Dulles. Segretario era
Gorge S.
Franklin, che era anche direttore del Consiglio per i Rapporti con
l’Estero e in seguito diventò un coordinatore della
Commissione
Trilaterale.
Il direttore esecutivo dell’ACUE era un membro attivo
della CIA, Thomas Braden, all’epoca capo dell’International
Organisation Departement della CIA. Sotto la guida di questi uomini,
l’ACUE decise di sostenere il Movimento Europeo di Joseph Retinger….. parzialmente
finanziati dalla CIA, Joseph Retinger e altri membri del Movimento
Europeo strinsero alleanza con il principe Bernhard d’Olanda, con il
primo ministro italiano e con Sir Gubbins, ex direttore del SOE
inglese.
Assieme all’allora direttore della CIA, il generale
Walter
Bedell Smith, questo gruppo creò una “commissione d’esperti” che si
riunì per la prima volta nel maggio 1954 all’hotel de Bilderberg,
nella città olandese di Oosterbeek. Ebbero così inizio le Conferenze
Bilderberg.”
(Il famigerato
Gruppo Bilderberg è una sorta di
organismo segreto di facciata del
Governo Oombra costituito da
eminenze grigie delle élite europee e nord-americane. I suoi membri,
banchieri, politici, universitari, editori, giornalisti e funzionari
internazionali degli Stati Uniti e dei paesi dell’Europa Occidentale
si riuniscono ogni anno per discutere l’assetto politico, economico
e sociale planetario. Ndr.).
Sempre nel 1954 ed appena un mese prima
della nascita del Bilderberg negli USA avvenne un
incontro segreto
con esseri alieni presso la base di Muroc Airfield (oggi Base Aerea
di Edwards) in California e a cui presenziò il presidente americano
Eisenhower.
Riprendendo quanto è scritto nel volume di Baigent e Co.,
emerge inoltre che:
“Anche il Movimento Europeo di
Joseph Retinger,
sponsorizzato dalla CIA, fu attivo in Italia e consolidò
ulteriormente i legami tra i servizi segreti americani e il
Vaticano.
Retinger si assicurò il sostegno del dottor
Luigi Gedda,
suo vecchio amico, che era medico personale di Pio XII nonché
presidente dell’Azione Cattolica, Retinger riuscì a ottenere anche
il sostegno del futuro papa Paolo VI, e l’azione cattolica diventò
un altro importante destinatario dei fondi della CIA. I rapporti tra
CIA e Vaticano divennero più stretti nel 1963, quando papa Giovanni
XXIII morì e gli succedette Paolo VI, ovvero Giovanni Montini,
arcivescovo di Milano.
Come abbiamo detto, Montini era già in
rapporto con la CIA e ne aveva ricevuto fondi. Anche durante la
guerra aveva lavorato con i servizi segreti americani, passando
informazioni dal Vaticano all’OSS e viceversa... I rapporti tra
Vaticano e CIA sono proseguiti negli anni.
Stando a Gordon Thomas e
Max Morgan-Witts (Il primo giornalista irlandese, con noti agganci
coi servizi segreti occidentali, noto per le sue inchieste
investigative nel mondo dell’intelligence e del terrorismo mentre
l’altro è un produttore televisivo inglese ndr.), nel novembre 1988
ci sarebbe stato un incontro privato tra papa Giovanni Paolo II e il
direttore della CIA a Roma.
Questo incontro portò all’accordo in
base al quale il Papa avrebbe ricevuto ragguagli settimanali dalla
CIA (v. “The Year of Armageddon” Gordon Thomas e Max Morgan-Witts).
A conferma di quanto scritto nel volume di Baigent, Leigh e Lincoln
il Corriere della Sera del 26 agosto 2003 pubblica l’articolo
“Montini, una scelta americana per l’Italia XX” del giornalista
Ennio Caretto in merito ad una ricerca condotta dal quotidiano
italiano negli archivi di Washington.
“Donovan - scrive Caretto - ha
già un suo uomo al Vaticano, il frate domenicano Felix Morlion,
fondatore della «Pro Deo», da lui spostato nel ’41 da Lisbona, un
covo di spie britanniche destinate a divenire illustri, dal
diplomatico Kim Philby, una «talpa» sovietica, ai romanzieri Graham
Greene e Ian Fleming (il padre di James Bond).
Ma al capo dell’Oss
preme ottenere la collaborazione del giovane monsignor Giovanni
Battista Montini, allora segretario di Stato in pectore, il futuro
Papa Paolo VI. L’ambasciatore americano in Vaticano Myron Taylor,
l’ex presidente della United Steel, e il vice Harold Tittman gli
hanno segnalato che Montini non è solo il braccio destro e
confidente di Pio XII, ma è anche vicino a leader politici italiani
come Alcide De Gasperi e il suo delfino Giulio Andreotti......
E’
monsignor Montini a offrire all’Oss un «servizio di informazioni
riservate» della Chiesa tra le due Italie, quella liberata a Sud e
quella ancora occupata dai tedeschi a Nord..”.
Considerazioni finali
Alla luce di quanto finora esposto emerge chiaramente che il SIV
sarebbe stato preesistente già prima degli anni ’50 addirittura già
sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Ora tutto ciò potrebbe
porre sotto una luce negativa quanto rivelatomi dal gesuita in seno
alla creazione del SIV in seguito l’incontro di Muroc avvenuto nel
Febbraio del 1954 (v. art.
Secretum Omega) per cui si potrebbe
concludere che, anche se non in mala fede, non abbia detto proprio
tutta la verità, almeno da un punto di vista temporale.
A questo
punto è probabile che sulla stessa falsa riga dell’OSS che in
seguitò diede vita alla CIA il Vaticano ridisegnò nuovamente il
SIV,
al fine di interagire operativamente, strutturandolo in maniera
compartimentalizzata alla stessa stregua delle strutture
d’intelligence sviluppatesi dopo la guerra vedi CIA, Mossad, KGB ecc.
A questo punto dotandosi di una nuova “veste” risulterebbe in un
certo qual modo sensato e non necessariamente contraddittorio o
falso quanto asserito dal gesuita.
Del resto ho sempre preventivato
che alcune delle informazioni ricevute potessero non essere fedeli o
precise al 100% in quanto, nel caso dei rivelatori una
caratteristica che si riscontra sempre è che non forniscono mai un
quadro completo per quanto dettagliato possa essere. Inoltre (e
questo si riallaccerebbe a quanto appena detto) sarebbe opportuno
evidenziare quanto a livello d’intelligence stessa negli Stati Uniti
avvenne proprio nel 1954 in seguito
agli incontri di Muroc e che
videro protagonista il famigerato
Majestic-12.
Quest’ultimo, noto
anche come MJ-12, venne concepito nel settembre del 1947 dal
Presidente Truman all’interno di un’operazione “ultra top secret” di
ricerca e sviluppo dell’Intelligence USA. Nel dicembre 1954 l’MJ-12,
in seguito ad Ordine Esecutivo Segreto (Order Number 54-12) del
presidente Eisenhower, fu elevato a Comitato all’interno del
National Security Council - NSC (Consiglio Nazionale per la
Sicurezza) assumendo la denominazione di “Gruppo 54/12”.
Ma la storia non finisce qui….
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